sabato 25 aprile 2009

Abuso d'ufficio, vice comandante della municipale in tribunale

Si è tenuta ieri l’udienza dibattimentale del processo a carico di Pietro Munno, vice comandante della Polizia municipale di Fondi. Le accuse per lui sono di falso, abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio. Ieri si è proceduto ad ascoltare i testimoni presentati dai pm, esclusa la parte offesa. Il procedimento è nato in seguito a una denuncia presentata contro Munno dal proprietario di un terreno situato a Fondi. Il vice comandante della municipale doveva sequestrare l’appezzamento, ma, non avendo trovato il proprietario a cui notificare l’atto, ha proceduto a presentare una denuncia contro ignoti, portando avanti il sequestro. Sull’appezzamento c’erano numerose bufale appartenenti allo stesso proprietario del terreno. Munno, quindi, dispose lo spostamento dei capi di bestiame in un altro luogo. Una scelta infelice, perché le bufale furono rubate da ignoti. Tanto che il proprietario non ci pensò due volte a denunciare il vice comandante della municipale. Una denuncia ritenuta fondata, tanto che ieri si è arrivati all’istruttoria dibattimentale davanti al collego penale. Nel corso dell’udienza, l’avvocato difensore della parte offesa, Giulio Mastrobattista ha depositato, ai sensi dell’articolo 236 del Codice di procedura penale (Documenti relativi al giudizio sulla personalità), le intercettazioni dell’inchiesta “Damasco” della Direzione distrettuale antimafia di Roma, in cui compare Munno. Come si ricorderà l’inchiesta portò in cella quattro persone con l’accusa di usura gravata da modalità mafiose e le intercettazioni dell’antimafia delinearono un quadro di rapporti tra gli indagati e amministrazione pubblica tutt’altro che limpido. La volontà del legale è quella di dimostrare che il procedimento deve andare avanti anche alla luce della condotta del vice comandante in altre circostanze. Munno nel procedimento è difeso dall’avvocato Maurizio Forte.
Riccardo Antonilli

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