La crisi del settore è profonda e sta portando al collasso le aziende agricole della piana di Fondi. Tanto che per mercoledì prossimo la Coldiretti ha organizzato una manifestazione di protesta. All’iniziativa hanno aderito migliaia di imprenditori e lavoratori della piana. Sulla necessità di trovare soluzioni definitive all’indebitamento delle aziende si registra anche l’intervento del movimento politico Progetto Fondi. L’auspicio della lista è che «tutte le realtà produttive che persistono sul nostro territorio possano finalmente essere considerate come l’unica multinazionale della zona. Con la collaborazione di tutti gli agricoltori - proseguono - inizieremo un nuovo percorso fatto di idee e proposte per far ritornare l’ agricoltura al centro dell’interesse cittadino. Ci sentiamo parte di quella multinazionale, quella dei contadini, che non ha mollato, che forse parla poco le lingue straniere, che usa il dialetto e che probabilmente da sempre si fonda sulle grandi tradizioni che si tramandano da secoli. Noi non ci siamo fatti illudere da chi predicava promesse di lavoro e illudeva l’ intera cittadinanza, non ci siamo piegati a relegare la nostra città come un luogo dove poter solo dormire, ma abbiamo cercato di renderla viva e produttiva nonostante i numerosi problemi che attanagliano il settore». E di problemi ce ne sono tanti. Abbiamo cercato di elencarli e analizzarli in un’inchiesta pubblicata pochi giorni fa. Meno complesse da elencare, ma particolarmente difficili da raggiungere, sono le soluzioni. Un primo passo da compiere è puntare sulla qualità del prodotto italiano, pagato al giusto prezzo sia da chi consuma, ma anche a chi produce. Eppure la logica del profitto a discapito di consumatore e produttore è un nemico difficile da sconfiggere. La grande distribuzione e gli intermediari puntano a monetizzare, è il loro lavoro. Ma gli agricoltori non ce la fanno più e, questa volta, hanno intenzione di farsi sentire.
Riccardo Antonilli
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