Altre tre persone denunciate a Fondi per abusivismo edilizio. Nella mattinata di lunedì, i carabinieri della locale stazione hanno deferito all’autorità giudiziaria in stato di libertà per «abuso edilizio» G.P. e R.E., entrambi 61enni campani e D.M.B., 57enne del luogo. I militari hanno sequestrato un manufatto in cemento della superficie di circa 360 metri quadri. La struttura, allo stato grezzo, comprendente il piano interrato, il piano rialzato e il piano primo con relative coperture, è stata costruita in difformità rispetto a quanto previsto dal progetto approvato. Il valore dell’immobile sequestrato ammonta a 150.000,00 euro circa. Un altro duro colpo inferto al fenomeno illecito dell’abusivismo edilizio, quindi, da parte dei carabinieri. Negli ultimi mesi, in tutto il sud pontino, sono decine le strutture sequestrate e le persone denunciate dai militari per opere realizzate senza le dovute autorizzazioni. A Fondi la diffusione del fenomeno è particolarmente allarmante, basta riportare alla mente i cinque capannoni e il frantoio di via Ponte Perito, sequestrati ad agosto dai carabinieri del comando provinciale. Un provvedimento, quello di militari dell’arma, che giunse dopo oltre sei mesi di indagini e che portò anche a sei denunce. Nei guai finirono i proprietari degli immobili: Salvatore La Rosa e sua moglie Rosaria Garruzzo, il figlio dei due Cristian La Rosa, titolare dell’impresa esecutrice dei lavori, il geometra Mauro Filippi, il direttore dei lavori, Giuseppe Savona e il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, Martino Di Marco. Lo stesso Di Marco, pochi giorni dopo, tornò al centro delle cronache per il coinvolgimento in un’altra operazione riguardante il Condominio «La Selva», un complesso di villini sulla Flacca sequestrato il 6 settembre, in seguito a una sentenza penale emessa nei confronti del dirigente comunale e del costruttore per il reato di lottizzazione abusiva. Ma non è solo Fondi a destare preoccupazione, basta riflettere sulle oltre 30 operazioni antiabusivismo effettuate sul territorio del comune di Itri nei mesi scorsi dai carabinieri della locale stazione. Evidentemente, anche gli 11.000 ettari metri quadri di estensione territoriale di cui il comune itrano può godere fanno gola a chi vuole costruire senza «preoccuparsi» di ottenere le dovute autorizzazioni.
Riccardo Antonilli
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